Cesare De Stefanis ha impresso indelibilmente sulla pellicola ciò che tocca il cuore. Li ha vissuti quegli anni, di guerra combattuta e di guerra fredda, ed è per questo che nel 1991 armato di colpo d'occhio e fotocamera, ha congelato per sempre le Opere create in un grande momento di euforia da artisti, anche famosi, utilizzando il muro come una grande tela sulla quale dipingere e trascrivere la storia stessa del muro. Queste foto sono la testimonianza di un antagonismo crudele tra la libertà e la sua negazione, riportando alla luce le speranze, le denunce, le fughe ed i morti con un policromismo degno dei più grandi pittori dell'impressionismo.
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